venerdì 29 ottobre 2010

Il santo tessitore

Ce l'ha fatta! Un libro che non fosse un regalo è riuscito ad introdursi nella mia biblioteca dopo tanto tempo di "no, prima devo mandare giù la pila di quelli che già mi aspettano"!!

E' nientemeno che i Canti di Kabir in edizione Sellerio (avrei voluto l'edizione inglese tradotta da Tagore, ma zio Rabindranath ha un inglese troppo ricco ed antiquato per le mie modeste capacità da americano contemporaneo... anzi avrei preferito Kabir stesso... a capire l'hindi medievale... sigh...)


Mi sono comprata online un libro che mi serviva per l'esame di stato ed ho fatto una piccola aggiunta personale all'ordine... avevo appena letto una citazione di Kabir sull'altra new entry, God Alone di Gyanamata (non ho neanche parole per quel libro... ma non mi stupirei a vederlo levitare nella stanza da quanto è in alto :-D )... e non ho resistito...

I Canti di Kabir sono un libro che si vede spesso in mano ai monaci SRF, tenuto con un misto di reverenza ed amore che si riserverebbe ad un neonato figlio di re, e viene spesso citato da Yogananda.

Kabir, un grande illuminato dei secoli bui, umile tessitore,
il santo dell'unità delle religioni, "figlio di Allah e di Rama",
santo della trascendenza e dell'amore di Dio e per Dio,
della quintessenziale bhakti (devozione)
santo dell'esperienza diretta di Dio,
e quindi della meditazione e del brahmachariato,
cioè del praticare la presenza di Dio in ogni momento,
al di là dei dogmi, degli intellettualismi e delle forme della religione.

Senza fare doppioni sulla rete, vi rimando alla gradevole e puntuale introduzione scritta da Lakshmi (non quella della SCA Vijayangara, un'altra) per Qui e Ora.
Vi consiglio di leggerla, absolutely!

Qui vi traduco al volo un poemetto che si trova online su http://www.poemhunter.com/kabir/
Vi consiglio questa fonte (hindi + inglese) per una consistente selezione dei Canti.

Mi stai cercando? Sono sulla sedia accanto alla tua.
La mia spalla poggia contro la tua.
Non mi troverai negli stupas, nè nelle stanze di templi indiani,
Nè in sinagoghe, nè in cattedrali;
Non in messe, nè in kirtan; non in gambe che si torcono
Attorno al tuo stesso collo, nè nel mangiare null'altro che vegetali.


Quando mi cerchi veramente, mi vedrai istantaneamente -
Mi vedrai nella più infinitesima casa del tempo.


Kabir dice: Studente, dimmi, cos'è Dio?
Egli è il respiro dentro il respiro.

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