mercoledì 6 gennaio 2010

Il Salwar Kameez - intro


Il Salwar Kameez (letteralmente pantaloni e tunica, kameez viene dal latino camisia) è un tipo di abbigliamento sia maschile che femminile molto diffuso in tutto il Medio Oriente e sud dell'Asia - con nomi diversi, Salwar Kameez è hindi.
Qui parlerò appunto della versione indiana e femminile del Salwar Kameez, il concorrente del sari.
Per gli uomini, il completo tuica/pantalone si chiama kurta pajama.

Nell'India classica, gli uomini portavano il dhoti (una specie di sari corto che si mette al posto dei pantaloni) e le donne il sari senza top nè sottogonna, poichè i Veda, i testi sacri induisti, imponevano di non abbigliarsi con indumenti cuciti.
Dhoti e sari sono rimasti l'abbigliamento standard indiano fino alla generazione scorsa.

E' solo con le invasioni musulmane (cfr. post di introduzione alla cucina indiana, nella sezione dei cenni storici) che si inizia a diffondere l'abbigliamento cucito.

Tra i musulmani del Pakistan e del Punjab, cioè in quella che fino a pochi decenni fa era l'India nord-occidentale, nei secoli scorsi si diffonde il salwar kameez, che a tutt'oggi viene anche chiamato punjabi.


Per le donne viene aggiunta una grande stola, la dupatta, da portare drappeggiata sul petto per dissimulare il seno.

Kameez e salwar possono essere dello stesso colore, con dei ricami sul kameez, a volte anche sulla dupatta e, più raramente, sulla caviglie del salwar - comunque, la monocromia non è la regola.
Il kameez è spesso in un colore "in contrasto complementare" al salwar - magari i ricami o bordi del kameez richiamano quelli del salwar - e la dupatta unisce i due colori (per es. il completo viola/verdino o quello mattone/verde sotto).
Altre volte, salwar e dupatta sono in una stessa fantasia ed il kameez è in tinta unita con ricami che richiamano la fantasia del pantalone.

Ma possono esserci due fantasie diverse abbinate per kameez e salwar (foto qui vicino), soprattutto in un certo tipo di completi più economici: apriti cielo! Qui gli indiani ci danno dentro con un senso estetico distante da quello europeo... e salvo rari casi, mi spiace, non riesco a trovarli belli...


La forma specifica e la lunghezza del salwar varia con la moda del momento. I salwar sono comunque fatti molto abbondanti e così devono essere, solitamente cuciti in una taglia standard, e si arricciano in vita con una coulisse. Scendono a larghezza normale alle caviglie.
L'ampiezza del salwar sarà anche poco estetica per noi, ma non si fa altro che apprezzarla quando le temperature superano i 28 gradi - freschissimi, addirittura meglio che avere una gonna o degli shorts!


Interessanti sono i Patiala salwar (dall'omonima città, foto delle 3 ragazze), fatti con più stoffa che forma un fitto drappeggio.

Tenete a mente che, fino all'era postindustriale esclusa, in qualsiasi cultura si apprezzano gli abiti che fanno sembrare una donna più in carne, per quanto sempre a clessidra. Ultimamente però anche l'abbigliamento indiano sta "smagrendo" i propri abiti.
Una variante del salwar di derivazione Moghul è il churidar (più propriamente churidar pyjama), molto aderente sui polpacci e con una lunghezza extra che viene raccolta sulle caviglie formando un'arricciatura che ricorda delle cavigliere (da churia, quei braccialetti a cerchio rigidi, che in inglese sono detti bangles).


Dalle danzatrici delle corti Mughal ci arriva anche l'Anarkali salwar kameez, un completo di churidar e di una tunica (anzi, un vero e proprio abito che si potrebbe portare anche da solo) aderente sulla parte superiore, con vita a impero e svasata dal sottoseno in giù.

Molti anarkali in vendita adesso hanno la vita più attillata.
Solitamente l'anarkali è riservato ad occasioni eleganti e viene decorato e ricamato abbondantemente, soprattutto sul corpetto.
Ad un ricco matrimonio indiano (o misto?) in una grande città estera ho visto anarkali molto più ricamati, perlinati e luccicosi di questo qui accanto (gli invitati si stavano riunendo nella hall di un lussuoso albergo davanti a cui sono capitata camminando, e sono entrata per un tour fingendomi ospite dell'hotel)
La moda dell'anarkali è scoppiata circa tre anni fa grazie ad un certo film bollywoodiano di ambientazione Moghul, di cui non ricordo il nome.

Il salwar (o shalwar) kameez ne ha fatta di strada, diffondendosi in ogni angolo dell'India, fino a diventare un serio concorrente del sari.

Il salwar kameez è associato alla donna giovane, emancipata e progressista ed alle classi (caste) che noi chiameremmo borghesi, oltre che, più tradizionalmente, alla parte musulmana della popolazione; in uno dei prossimi post approfondirò un po' la sociologia e l'evoluzione contemporanea dell'abbigliamento indiano.

3 commenti:

  1. Ancora complimenti per i tuoi post, che leggo sempre con piacere. Questi salwar kameez sono bellissimi, mi piacerebbe cucirne uno per me, sai dove potrei trovare dei modelli da scaricare in rete? ma sopratutto mi chiedevo: sono sempre composti da stoffe leggere e delicate come seta e raso? mai niente di più "pesante"? la mia è una domanda dettata dalla mera praticità di ogni giorno: sono una freddolosa. ;) attendo con ansia i prossimi post su questo meraviglioso capo.

    RispondiElimina
  2. Vorrei sapere dove si possono acquistare senza incappare sul 'made in cina'.
    E se ci sono versioni invernali, in tessuto pesante e maniche lunghe

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Namaste Roberta! Dai un'occhiata qui: http://fiordopale.blogspot.it/2010/01/acquistare-e-cucire-salwar-kameez.html e qui http://fiordopale.blogspot.it/2010/01/abiti-indiani-per-il-freddo.html ...se hai bisogno di altro torna pure a chiedere! Buon acquisto!

      Elimina