mercoledì 20 gennaio 2010

Raffreddore e spiritualità

Tra  4 giorni di raffreddore e i primi 4 giorni di operazione per l'appendicite, o di slogatura della caviglia, preferisco le seconde opzioni.
Niente peggio del raffreddore, per me.

Adesso che sto abbastanza bene e che le febbri sono scese, vi racconto queste utili osservazioni.

Siete insonni alle 3 di notte torturati/e dall'apice del raffreddore e dalle manifestazioni collaterali.
Cosa fate?
(Innanzitutto state lontani da quelle porcherie farmaceutiche che intossicano il fegato.)
Persuadetevi invece che questo è solo uno delle migliaia di raffreddori che avete avuto tra questo e i precedenti corpi che avete abitato, che non siete il corpo (verità la cui affermazione interiore aiuta a non sentire dolore, fame e freddo), e che ve la siete sempre cavata, e che dura una notte soltanto.
Questo mi ha fatto dormire (vabbe', un'ora alla volta, poi la coscienza coroprea mi svegliava di nuovo coi suoi fastidi, ma volete mettere?).

Una cosa molto interessante ed utile è che il raffreddore, per un piccolo periodo, annulla i sapori.
Questo accade poichè rende la vita molto dura ai neuroni olfattivi della mucosa nasale, che sono i responsabili della percezione degli aromi nei cibi (sentiamo solo i sapori di base con la lingua - meno il salato/acido, nel raffreddore).
Ho trovato questa cosa una fantastica occasione!

Dunque, nell'aldilà non c'è cibo. Le persone si reincarnano perchè hanno attaccamenti, desideri insoddisfatti o progetti incompiuti, e nell'aldilà proprio non c'è maniera di avere queste esperienze, per cui l'anima del defunto si fa un giretto nei mondi astrali, conferisce con dei saggi tizi, e torna presto giù attratta da ciò che le manca (sesso, cibo, fumo, alcol, la famiglia, i soldi, la comodità del suo letto, quel viaggio che avrebbe voluto fare, quella laurea che non ha preso...).

Quindi, se vogliamo smetterla di essere ancorati a maya e tornare qui ancora e ancora, è meglio che ci abituiamo a stare senza le sue attrattive. Una cosa è godere delle buone cose di questo mondo come godiamo di un buon libro o di un bel film (ciò che maya è), un'altra cosa è averne bisogno, esserne dipendenti, o credere che esse abbiano realtà intrinseca al di fuori del Sognatore cosmico.

Un giorno senza il sapore del cibo è un'interessante esperienza, che insegna cose un po' diverse da quelle di un giorno di semplice digiuno.

Non so ancora esattamente quale sia la differenza tra raffreddore e digiuno in questo senso, e francamente ho talmente tante cose da recuperare per il tempo perso con l'influenza, che non credo elaborerò molto il concetto, ma rimango con un senso di soddisfazione...

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