Simbolo di appartenenza religiosa induista, era considerato parte integrante dell'abbigliamento della donna fino a non molto tempo fa (solo per le donne sposate nel Nord, per tutte nel Sud).
Tradizionalmente il bindi è fatto con una polvere colorata che si applica con le dita, ma si sono poi aggiunte le versioni commerciali adesive, di ogni colore e forma, con elementi dorati e pietruzze.
Il web è pieno di pagine sulla storia del bindi, non farò un doppione qui.
Quello che forse può essere utile sapere è che il bindi non si mette in mezzo alla fronte, come fanno tante occidentali neo-hippy o danzatrici del ventre, ma tra le sopracciglia (un po' più in alto o un po' più in basso a seconda delle tradizioni locali).
Questo mal-posizionamento occidentale deriva probabilmente dal fatto che le nostrane fanciulle sentono dire che il bindi segna il terzo occhio, che immaginano in mezzo alla fronte, e lì piazzano il bindi.
In realtà, volendo entrare in dettagli tecnici, ecco dove sta la storia nascosta, riportatami da un colto signore di Calcutta (un collega pranic healer di un certo livello).
Premessa:
Sulla fronte non ci sta un solo chakra (centro energetico) ma due.
Un chakra è quello della fronte vero e proprio e sta un po' più giù dell'attaccatura dei capelli, e presiede alla chiaroveggenza (e, fisiologicamente, contribuisce a controllare ed energizzare il sistema nervoso centrale).
Un altro chakra è l'ajna, che si trova appunto dove si applica il bindi, ed è il centro della volontà e dell'intelligenza astratta (e, fisiologicamente, contribuisce a controllare ed energizzare SNC, occhi e ipofisi).
Queste info sui chakra sono parte degli insegnamenti di Master Choa (fondatore del moderno Pranic Healing).
Il bindi, nella sua funzione energetica, nasce un sacco di tempo fa come strumento maschile a protezione del chakra ajna - il discernimento, la volontà - da influenze indebite.
Per influenze indebite intendo il fatto che qualcuno cerchi di dominare mentalmente la persona, convincerla ad esempio a comprare qualcosa che non vuole comprare, instillare cattivi consigli etc.
Questa origine, molto più credibile del fatto di "segnare il terzo occhio", rende ovvio il fatto che il bindi fosse applicato sull'ajna e non sul chakra della fronte.
Questa versione è confermata dalle note storiche di surfindia qui.
Seconda info utile, il bindi come accessorio abituale sta andando sempre più in disuso in India - molto più del sari.
Al proposito, non crediate che serva mettere il bindi col sari.
Anzi, se mettete sia bindi che sari, a meno che non stiate andando ad una cerimonia induista di un certo peso, avrete un look molto "arretrato" per i gusti giovani contemporanei.
Nessuno vi vieta di farlo, ma avrete un aspetto molto tradizionale (tradizionale come opposto a giovane e contemporaneo, come se vi vestiste qui come vostra nonna)
Dimostrazione di questa tendenza è il fatto che se guardate le foto delle attrici bollywoodiane (lo specchio dei modelli culturali attuali) ai vari eventi mondani, ne trovate pochissime con sari e bindi, mentre abbondano le foto con sari senza bindi.
Aishwarya li porta più spesso, ma lei ha una nota inclinazione per il look tradizionale.
In foto, quella splendida creatura della Deepika Padukone.
Potete utilizzare il kumkum (polvere rossa apposita) per disegnarvi con la punta del dito un bel cerchio rosso, oppure acquistare i bindi adesivi online.
Per l'acquisto dei bindi adesivi, eBay è sempre una grande fonte!
Ottimo è anche il sito Fancy Bindi, prezzi e scelta meglio che su eBay, ma accetta solo ordini minimi di 18 dollari.
Ovunque li compriate, tenete a mente che per dei bindi abbastanza semplici (non quelli da cerimonia), qualsiasi prezzo di più di 2 euro a confezione è un furto.
Altra cosa è il sindoor, polvere rossa come il kumkum (composizione chimica diversa però) che si applica nella riga in mezzo dei capelli.
Si mette il sindoor in un solo punto all'attaccatura dei capelli oppure per alcuni centimetri lungo la riga, fino all'attaccatura dei capelli.
(foto di Aish qui)
Altro ancora è il tikka o tika o mang tika, un gioiello che si porta sempre nella riga in mezzo dei capelli.
Il tikka consiste in una catenella che si fissa ai capelli con un piccolo uncino, metra all'altra estremità vi è un pendente che, stavolta sì, segna il terzo occhio.
Il tikka è per la cerimonia del matrimonio e per le neo-spose - indossato ad eventi speciali per il primo anno di matrimonio circa.
Si può portare con o senza bindi.
Altra cosa è il tilak, da non condondersi col bindi anche se l'origine è comune.
Il tilak è un segno fatto sulla fronte con le dita, utilizzando una polvere colorata. Questa polvere può essere kumkum - rosso, polvere di sandalo - beige, curcuma - gialla, cenere, argilla o altro.
Il tilak è portato da donne e uomini nelle festività religiose, o da alcuni anche ogni giorno, secondo le tradizioni locali. Inoltre, un sacerdote applica il tilak a chi entra in un tempio come segno di benedizione della divinità.
Il tilak ha solo significato religioso, non ha nulla a che fare con abbigliamento ed accessori femminili.
Ha una specifica forma diversa a seconda della tradizione induista di riferimento.
(non ho resistito a mettere questa immagine di Sita Mata, religiosa indiana che imbocca con commovente intimità il suo orfano cucciolo di scimmia)
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