sabato 13 febbraio 2010

Fare il ghi (burro chiarificato)

Il ghi si fa da generazioni anche dalle nostre parti; lo usavano le nostre nonne per lo stesso motivo per cui lo usano le indiane: si conserva molto meglio del burro ed è più buono.
Ultimamente il ghi è di moda  presso gli chef occidentali.
Si compra anche in negozio e costa un occhio!
In tempi di crisi, risparmiate qualche altro euro così:

In una casseruola a fondo spesso, adagiate dell'ottimo burro e fatelo sciogliere.
Tenete il fuoco basso in maniera tale che il burro non abbia mai a bollire.
Nel tempo, affiorerà una schiumetta e si creerà un fondo. Ogni tanto ci sarà uno sbuffo di vapore.
Il vostro lavoro è di tenere giusta la temperatura, eliminare la schiuma che affiora e controllare che i fondi non bruniscano.
Questo processo va avanti un bel pezzo man mano che "ciò che non è grasso" (liquidi più solidi come proteine e sali) si separa dal grasso; il burro diventa sempre meno opaco.
Quando la parte grassa è ben trasparente come l'olio di semi e non ci sono più sbuffi di vapore o affioramenti, il ghi è pronto.
Trasferite questo "olio" in un vasetto pulito avendo cura di non far scivolare dentro i fondi - potete filtrare con una tela ed un colino.

I fondi del ghi, detti morcjie dalle nonne delle mie parti, non sono affatto da buttare, a meno che non abbiate usato del burro industriale di mucche infelici ed intossicate.
Con la morcjie si fa di tutto: si imbrunisce in padella e vi si fa scarpetta col pane, base per la frittata, verdure ripassate... certo, vi si strizzano le coronarie al solo pensiero, ma una volta tanto...

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