mercoledì 30 dicembre 2009

Di veglie e di silenzio

La sera della vigilia di Natale, dopo un incontro di meditazione sono andata in una vicina chiesa (santuario, tecnicamente) per la veglia che si teneva prima della messa.

La veglia si è rivelata inaspettatamente notevole, ed aveva come tema il Silenzio, quello spazio che serve fare dentro di sè almeno ogni tanto per lasciar entrare Dio (si chiama meditazione, ma i Cattolici sembrano aver bisogno di parafrasi perchè "meditazione" è una parola tabù, ricorda i "sentieri di perdizione" della New Age).
Constava di letture da ascoltare, e di preghiere da cantare a versetti alternati tra l'officiante e l'assemblea. Le letture erano tratte dal fior fiore della teologia cristiana moderna di taglio mistico ed intimo, mentre le "preghiere" in forma poetica (orationes psalmicae e salmodie) arrivavano ad includere persino Kierkegaard.

Mi sono domandata quante persone dell'assemblea capissero certi passaggi che richiedevano una notevole dimestichezza con filosofia e teologia - qualcosa è sfuggito anche a me, che a volte mi distraggo quando la cosa diventa troppo astratta -, ma credo che l'energia e la solennità del momento compensassero.

Di un'ora programmata per la veglia, 50 minuti sono passati in questa nobile lettura.

Alla fine, mentre già da qualche minuto era iniziato l'afflusso di massa (essendo quella una delle principali chiese del capoluogo) per la messa della Notte di Natale, il prete è arrivato a quella che per me era la vera "trippa per gatti" e indispensabile coronamento del percorso appena fatto: la meditazione, il silenzio di cui si era parlato per quasi un'ora.
Già verso metà veglia, facendo una stima del tempo necessario per arrivare alla fine della dispensina delle letture, avevo osservato con vivo interesse sociologico come la meditazione faccia così poco parte della tradizione cattolica che gli sarebbero stati riservati solo dieci minuti in coda alla funzione, invece che almeno il doppio inseriti a scrigno tra una testa ed una coda ...ma mi attendeva la ciliegina sulla torta.

"Ed ora fratelli e sorelle raccogliamoci per alcuni minuti..." ma la voce del parroco a malapena si sentiva nel brusio, rumore di tacchi e fruscio di ombrelli e giacche.
La stragrande maggioranze delle persone, anche quelle presenti alla veglia, hanno interpretato le parole dell'officiante come "Riposo! Tra dieci minuti iniziamo messa" ...e tutti a chiacchierare.
Avrei voluto ridere, ma mi sono utilmente trattenuta per motivi sociali e per non togliere ancora tempo alla breve meditazione.
Io, il caro amico "prete mancato" che mi accompagnava e poche suore che ci erano capitate attorno, avevamo creato una mini-isola di silenzio.
Riaperti gli occhi dopo la piccola meditazione, diverse paia di occhi ci guardavano come ufo.

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